Pioggia di ricorsi sulle multe per coprifuoco non rispettato

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E ora come la mettiamo? Lo stato italiano inizia a tremare di fronte alla pioggia di ricorsi presentati da migliaia di italiani che all’epoca del duro locvkdown erano stati beccati fuori casa in reghime di coprifuoco.
Il tutto era nato da una sentenza “bomba” del Tribunale di Roma, chiamato a esprimersi su un contenzioso in cui è finito un esercizio commerciale da sfrattare per morosità a causa del mancato pagamento canoni per la chiusura imposta dai divieti nell’ambito dell’emergenza Coronavirus. Il giudice è arrivato alla conclusione che i Dpcm “siano viziati da violazioni per difetto di motivazione” e “da molteplici profili di illegittimità”. Pertanto, in quanto tali, risultano essere “caducabili”. Ovvero non producono effetti reali e concreti dal punto di vista giurisprudenziale, sono da annullare. I decreti con cui è intervenuto il governo non sono “di natura normativa” ma hanno “natura amministrativa”. Quindi dovrebbero fare riferimento a una legge già esistente.
Insomma, una vera e propria bomba ad orolegria pronta ad esplodere da un giorno all’altro.
Ed ancora. “Il coprifuoco è incostituzionale” secondo un ricvorso presentato da un giovane ragazzo di appena 21 anni che era stato pinzato fuori tempo massimo a spasso con la fidanzatina. Due bacetti molto salati, in quanto gli costarano 373 euro di ammenda da pagare all’istante.
Ed ora come la mettiamo?

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