Quote rosa: e se fosse un discriminante per donne e uomini?

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Da anni, da una certa parte politica, vanno di moda le quote rosa in Italia. Si scimmiottano paesi dove le donne hanno più ruoli nella pubblica amministrazione, hanno Ministri qualificati in Governi, presidenti regionali, donne ai vertici sportivi, nel mondo sanitario e della giustizia. Nei consigli di importanti società. Ma la legge in se delle quote rosa, secondo molti, è errata in partenza. E vi spieghiamo in breve il perchè, analizzando il dato delle elezioni, con l’obbligo di preferenza femminile associata a quella maschile, ossia non si possono votare due candidati dello stesso sesso.
Se nei consigli vi è l’obbligo di una rappresentanza femminile almeno al 30%, è discriminante in primo per le donne, che si sentono quasi come persone protette, che senza questa aureola non entrerebbero nei vari organi lavorativi. Ma è discriminante anche verso alcuni uomini capaci che, magari, restano fuori dai giochi occupazionali proprio per questa legge che tutela le donne.
Insomma, siamo in un paese democratico e moderno, dove tutti sono liberi di pensare ed affermare un concetto, quindi sulla carta siamo un paese meritocratico (anche se sempre più spesso non è così) e come tale dovremmo premiare la bravura ed il merito, e non certo portare avanti una persona per il semplice fatto se è uomo o donna…

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