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I problemi di chi ritorna in Italia dall’estero

Le nuove regole in materia di trasporti in vigore dal prossimo 10 gennaio 2022, ai sensi del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 229 che estendono l’obbligatorietà del green pass rafforzato all’accesso ai mezzi di trasporto indicati all’art. 9-quarter, del decreto-legge n.52 del 2021, più precisamente, al comma 1 lett. a) “aeromobili adibiti a servizi commerciali di trasporto di persone” non si applicano ai servizi di trasporto internazionali. Pertanto, le norme transfrontaliere per l’ingresso in Italia in vigore restano quelle previste dalla Ordinanza del Ministro della salute del 22 ottobre 2021 e dall’Ordinanza del Ministro della salute del 14 dicembre 2021, viceversa valgono quelle del Paese di destinazione per i passeggeri in uscita.

Dal 16 dicembre e fino alla cessazione dello stato di emergenza e comunque non oltre il 31 gennaio 2022, con questa Ordinanza del Ministro della Salute è stato disposto che chi fa ingresso in Italia provenendo dai Paesi inclusi nell’Elenco C dell’Allegato 20 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 deve: compilare il Passenger Locator Form (un modello di foglio che lo trovate all’interno dei siti della varie compagne di arei), presentare la certificazione verde Covid-19 di vaccinazione o guarigione (o certificazione equipollente) ed effettuare un test (molecolare nelle 48 ore antecedenti l’ingresso nel territorio nazionale, oppure antigenico nelle 24 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale) con esito negativoIn caso di mancata presentazione della certificazione verde Covid-19 di vaccinazione o guarigione, e fermo restando l’obbligo del test sopra citato, è obbligatorio sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario di 5 giorni, al termine del quale è obbligatorio sottoporsi a tampone (molecolare o antigenico).

E’ stata anche aggiornata la lista dei Paesi inclusi nell’elenco D dell’Allegato 20. Chi proviene da questi Paesi deve: compilare il Passenger Locator Form, presentare la certificazione verde Covid-19 di vaccinazione (o certificazione equipollente) ed effettuare un test (molecolare nelle 72 ore antecedenti l’ingresso nel territorio nazionale, oppure antigenico nelle 24 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale) con esito negativo. Il termine del test molecolare è ridotto a 48 ore per gli ingressi da Regno Unito. In caso di mancata presentazione della certificazione verde Covid-19 di vaccinazione (solo da USA, Canada e Giappone si può presentare la certificazione di guarigione in alternativa alla vaccinazione), e fermo restando l’obbligo del test sopra citato, è obbligatorio sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario di 5 giorni, al termine del quale è obbligatorio sottoporsi a tampone (molecolare o antigenico).

Il regime degli ingressi da Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia, Eswatini (nuovo nome, tribale, dell’ex Swaitzland, enclave in Sud Africa), previsto dall’Ordinanza del Ministro della Salute del 26 novembre 2021, viene inoltre prorogato fino alla cessazione dello stato di emergenza e comunque non oltre il 31 gennaio 2022.




Poste Italiane: disponibili on line i dati 2020 per la richiesta dell’Isee

Da oggi è possibile richiedere anche on-line i dati dei rapporti intercorrenti con Poste Italiane relativi all’anno 2020 e necessari per la presentazione dell’attestazione ISEE (indicatore della situazione economica equivalente). La certificazione è disponibile in tempo reale; per poterla ottenere è necessario accedere tramite le proprie credenziali al sito poste.it nella sezione dedicata.
Il documento, che viene emesso su richiesta dell’intestatario, racchiude tutte le informazioni necessarie per il calcolo dell’ISEE relative ai prodotti finanziari, in particolare riporta saldo e giacenza media dei conti attivi/estinti nel corso d’anno 2020, dei libretti di risparmio, dei Buoni Fruttiferi Postali, delle Postepay nominative e delle Carte Enti Previdenziali, il valore nominale dei Fondi di Investimento, la posizione dei Deposito Titoli nonché l’attestazione dei premi versati per Polizze Assicurative.
Sui siti poste.it e postepay.it, i dati per la presentazione dell’attestazione ISEE possono essere richiesti anche grazie all’Assistente Digitale di Poste Italiane. Disponibile inoltre il numero verde 800.00.33.22.
Le nuove modalità di accesso al servizio confermano il processo di digitalizzazione avviato da Poste Italiane. Oggi sui canali digitali offerti dall’Azienda è infatti possibile accedere ai servizi offerti in totale sicurezza. Tramite il sito internet delle Poste Italiane, ad esempio, i clienti registrati possono facilmente gestire il Conto BancoPosta o il Libretto di Risparmio, sottoscrivere un Buono Fruttifero on line, richiedere la spedizione di un pacco, attivare il servizio seguimi o acquistare prodotti filatelici. Le APP di Poste Italiane, disponibili su App Store e Google Play, sono completamente gratuite e sono utilizzabili in mobilità anche da chi non è titolare di un rapporto con l’Azienda, come un vero e proprio Ufficio Postale a casa dei cittadini.




Il tracollo del Made in Italy per la pandemia

Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il documento “I cluster d’impresa nella fase di ripresa post covid-19”.  Lo studio analizza i dati di nove cluster d’impresa (Agroalimentare, Turismo, Cultura, Moda e accessori, Meccanica, Mare, Sanità, Edilizia e Ambiente) che nel complesso rappresentano circa 2 milioni di imprese, di cui quasi 500 mila società di capitali, e oltre 8 milioni di addetti per un valore aggiunto complessivo che, nel 2020, raggiunge quasi 675 miliardi di euro pari al 48% del sistema economico nazionale. Secondo le elaborazioni dei commercialisti, il Made in Italy è il cluster che, dopo aver pagato il prezzo più alto della crisi economica, paga il prezzo più alto anche in seguito alla pandemia. Nel 2020, infatti, i cinque cluster che compongono il Made in Italy, e cioè Agroalimentare, Turismo, Cultura, Moda-accessori e Meccanica, hanno perso il 18,7% di valore aggiunto prodotto contro il -10,6% di media del totale Cluster e il -8,6% dell’intera economia. Rispetto al 2019, il Made in Italy perde quasi quattro punti di quota passando dal 20,2% al 16,4%. Nel complesso, invece, i cluster perdono il 10,6% sul 2019 e la loro quota passa dal 48,6% al 47,5% facendo registrare una perdita di 1,1 punti percentuali.

Rispetto al 2007, anno pre-crisi economico-finanziaria, le imprese dei Cluster hanno perso il 16% di valore aggiunto prodotto rispetto al -11,3% dell’intera economia. Al netto della crisi Covid-19, le stesse aziende, rispetto al 2007, avevano subito un calo del valore aggiunto del 6%, superiore a quello medio dell’intera economia pari a -3%. È evidente come la crisi Covid-19 abbia avuto un impatto molto forte sui Cluster produttivi esaminati nello studio dei commercialisti e si sia aggiunto agli effetti già molto negativi delle due crisi precedenti, relative al 2008 e 2011.

Dallo studio emerge inoltre come sono appena 4.665 le imprese esportatrici che superano la soglia di 15 milioni di euro di valore esportato e che, insieme, coprono il 76% del valore esportato totale.

Tra gli altri temi esaminati dal documento c’è anche quello delle risorse stanziate dal PNRR, con un focus su quelle che hanno un impatto diretto sui Cluster d’Impresa. Si tratta di poco più di 80 miliardi di euro rispetto ai 221 miliardi di euro totalmente stanziati tra Recovery Found, altri fondi speciali Ue e Fondo complementare.

Lo studio dei commercialisti presenta anche un’analisi sulle misure per il rafforzamento patrimoniale delle imprese alla luce degli interventi emergenziali attuati nel dopo Covid-19 per fronteggiare le turbolenze del mercato e gli effetti del lockdown. Inoltre, si chiede al governo di assumere quali prioritari gli interventi per il rilancio delle ZES e delle ZLS e dei cluster tecnologici. Infine, un forte richiamo viene espresso in tema di rilancio e rafforzamento delle misure per l’internazionalizzazione delle PMI con particolare riguardo alle misure di incentivazione delle aggregazioni tra imprese.

Ai Cluster d’impresa è stato dedicato un progetto del Consiglio nazionale dei commercialisti cui hanno aderito circa 1.500 professionisti tra quelli coinvolti nella fase della mappatura degli studi professionali condotta a partire dal mese di marzo 2020 e quelli che si sono aggiunti successivamente dopo aver lanciato la piattaforma We Tipp. Considerando solo i 1.285 studi professionali che hanno aderito al progetto Cluster d’Impresa nel corso del 2020, sono oltre 6 mila i Commercialisti coinvolti e 230 mila le PMI loro clienti a cui fa capo un fatturato di circa 130 miliardi di euro.Il Ma




Si ferma di nuovo il mondo sportivo

Per la terza stagione di fila, lo sport minore, quello del calcio dilettantistico, è in ginocchio, a rischio paralisi visto il dilagare del Covid con la quarta ondata di Omicron.
Nel 2019-2020, di fronte a pochissimi contagi (ma non si conosceva ancora bene il virus in arrivo dalla Cina), si bloccò il tutto nel secondo week end di febbraio. La stagione riprese solo nel luglio 2020, ma poi ad ottobre 2020 il nuovo lunghissimo stop fino alla primavera 2021. Una stagione maledetta. Tutto sembrava risolto o quasi con l’avvio della stagione regolare 2021-2022 ed i campionati, ma a gennaio 2022 ecco il nuovo blocco.
I comitati regionali della Figc Lnd hanno posticipato l’avvio dei campionati di due settimane, ma è solo una mera e pia illusione la ripresa, come sanno tutti visti i contagi alle stelle.
Quindi dal week end 8-9 gennaio si è passato a quello del 22-23 gennaio per dare fiato ai tanti contagiati. Nel frattempo i medici sportivi hanno cambiato la regola della visita medica da rifare post Covid: non dopo un mese dall’ultimo tampone negativo, ma dopo solo sette giorni per non paralizzare il tutto. Inoltre sono stati sospesi fino al 31 gennaio ogni amichevole e torneo dalla leva 2009 in giù. Idem le Rappresentative Regionali e Provinciali e gli stage federali nei centri territoriali.




Dad sì, Dad no, Dad ni: il mondo della scuola in subbuglio

La variante Omicron, forse il canto del cigno di questo maledetto Covid, sta colpendo ad ondate soprattutto i minorenni, la maggioranza di essi è ancora sprovvista della copertura vaccinale per volere dei genitori.
Quello che sta avvenendo nella vicina Francia, con gli studenti a scuola dallo scorso 3 gennaio, è solo un grande campanello d’allarme di quanto potrebbe avvenire in Italia.
Non a caso, alcuni Governatori (su tutti De Luca della Campania, Musumeci della Sicilia e Zaia del Veneto) hanno chiesto al Governo un rinvio delle lezioni in presenza, o quanto meno di partire con la Dad. Ma il Ministro dell’Istruzione Bianchi, per ora, tira dritto.
Anche alcuni sindaci temono un’altra ondata di contagi e si accodano alle richieste dei tre Governatori, finiti nell’occhio del ciclone governativo. Infatti, da Roma fanno sapere che impugneranno qualsiasi legge regionale o comunale che vada in direzione opposta a quelle del governo centrale.




Covid: cosa cambia in Italia dal prossimo 10 gennaio

Per tutti coloro (lavoratori e non) che non saranno in regola con l’obbligo vaccinale a partire dal prossimo 1° febbraio, è prevista una sanzione di 100 euro una tantum. La sanzione sarà irrogata dall’Agenzia delle Entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.

Dal 10 gennaio il Super Green pass (ottenibile con vaccinazione negli ultimi sei mesi o guarigione da Covid negli ultimi sei mesi), sulla base del decreto in vigore dal 31 dicembre scorso, diventa obbligatorio, fino al 31 marzo 2022, per salire su tutti i mezzi di trasporto, compresi quelli locali e regionali. La certificazione rafforzata servirà anche per i servizi di ristorazione all’aperto, per l’accesso agli alberghi; per fiere e congressi e per utilizzare gli impianti sciistici.

Dal 20 gennaio e fino al 31 marzo 2022 (termine attuale dello stato di emergenza) scatta l’obbligo di green pass base (quindi ottenibile anche per mezzo di tampone in farmacia) per i clienti di parrucchieri, barbieri e centri estetici.

Dal 1° febbraio , fino al 31 marzo 2022, il Green pass base (rilasciato con tampone antigenico valido 48 ore oppure molecolare valido 72 ore) è esteso ai clienti di pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali. Restano esclusi i negozi che vendono alimentari, le farmacie e le attività destinata alle “esigenze essenziali e primarie della persona”. Per le persone che accedono senza Green pass ai servizi e alle attività in cui è obbligatorio averlo, è prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro. La stessa sanzione si applica al soggetto tenuto a controllare il possesso del documento verde se omette il controllo.

Dal 15 febbraio per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età sarà obbligatorio il green pass rafforzato per l’accesso ai luoghi di lavoro fino al 15 giugno 2022. E’ prevista una sanzione da 600 a 1.500 euro nel caso di accesso ai luoghi di lavoro in violazione dell’obbligo. Come già avviene per i lavoratori sprovvisti di Green pass base, anche i lavoratori ultra-cinquantenni che dal 15 febbraio 2022 saranno sprovvisti di quello rafforzato al momento dell’accesso al luogo di lavoro saranno considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro ma senza diritto alla retribuzione né altro compenso o emolumento. Chi ad oggi non è ancora vaccinato dovrà effettuare la prima dose del vaccino entro il 31 gennaio per ottenere un Green pass rafforzato valido a partire dal 15 febbraio.

Per coloro che sono obbligati al vaccino (over 50) e vengono colti sul luogo di lavoro senza green pass rafforzato, la sanzione è raddoppiata in caso di reiterata violazione. È quanto prevede il decreto sulle misure anti-covid approvato giovedì scorso in Cdm e che verrà a breve bollinato.




Scattano in Italia gli obblighi vaccinali per gli Over 50

Sulla scia di quanto sta avvenendo in Austria, e forse anche in Germania e Francia, anche in Italia scattano i primi obblighi governativi sulla somministrazione del vaccino agli over 50. Ma è subito polemica, in quanto le multe previste sono molto blande: dai 100 fino ai 1500 euro.
Ma ammenda a parte, quello che potrebbe far vacillare i no vax più incalliti, sono dal primo febbraio i controlli incrociati da parte dell’Agenzia delle Entrate per sospendere la busta paga. E già le forze dell’ordine temono atti di sabotaggio o attentati da parte della frangia più violenta dei No Vax, quella legata all’estrema destra che sta sobillando le fila on line e sulle piattaforme social.

Il decreto varato il 5 gennaio scorso introduce l’obbligo di vaccinazione per tutti i cittadini italiani e stranieri, di almeno 50 anni, residenti in Italia o soggiornanti nel nostro Paese iscritti o meno al Servizio sanitario nazionale. L’obbligo sarà valido da subito, poiché le norme che lo prevedono entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione del decreto-legge nella Gazzetta Ufficiale, e resterà in vigore fino al 15 giugno 2022.

 




Nuovo ribasso del pagamento in contanti

In linea con l’Unione Europea, e dopo alcune giravolte governative degli ultimi anni (1000 euro, poi 2000 euro, ora di nuovo 1000 euro), si riabbassa la soglia dei pagamenti in contanti, tra le proteste delle associazioni dei commercianti italiani, che si sentono penalizzati.

Dal 1 gennaio il tetto scenderà dagli attuali duemila a mille euro. I nuovi paletti per i pagamenti in contante sono quelli previsti dal decreto fiscale dell’estate del 2020 durante il governo Conte-bis che fissava un tetto con una soglia a duemila euro a partire dal luglio di un anno e mezzo fa e la promessa di scendere ancora, a mille euro appunto, dal primo gennaio 2022.

Ma perchè questo cambiamento di rotta? Il tutto per evitare l’aumento del “nero” e per andare in linea con gli altri paesi della Ue che già hanno dimezzato da tempo l’uso del contante.




Stangata di Capodanno su luce e gas

Il Governo è già sceso in campo, ma può ben poco. Complice la crisi globale tra Usa e Russia, con il “despota” Putin che ha tagliato le riforniture di gas a mezza Europa in risposta alla situazione tesissima in Ucraina, dal 1° gennaio, per i prossimi tre mesi, le bollette della luce costeranno il 55% in più e quelle del gas il 41% in più.
Sono i rincari decisi dall’autorità dell’energia Arera nel consueto aggiornamento trimestrale che adegua ai costi l’andamento delle tariffe energetiche. Un aumento fortissimo, certo, ma il rincaro sarebbe stato assai più cattivo se non fosse intervenuto il Governo con diverse mitigazioni: ancora una volta sono stati azzerati gli oneri generali che rendono più pesante la bolletta, è stata ridotta l’Iva per il gas per 35 milioni di clienti domestici e microimprese. Per le famiglie in difficoltà sono stati aumentati gli sconti dei bonus sociali e viene data la possibilità di pagare a rate.




Il governo Draghi allontana, per ora, lo spettro della Dad

Nessuno slittamento dell’inizio dell’anno scolastico a gennaio 2022, per ora, e in Dad solo nei casi singoli e necessari: lunedì 10 gennaio si torna a scuola in tutta Italia (in vari paesi della Unione Europea, invece, il ritorni sui banchi è previsto lunedì 3 gennaio), con le dovute accortezze.

Lo ha affermato Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione dl Governo Draghi, confermando così quanto detto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, nell’ultima conferenza di fine anno. Ulteriore conferma anche dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: anche per lui “dal 10 gennaio ci sarà il ritorno in presenza a scuola, non vedo grossi problemi. La variante Omicron è più benigna rispetto a Delta che ha determinato tanti morti”.

Circa l’elevato numero dei contagiati under 18, il ministro ha aggiunto: “Prima della chiusura festiva avevamo un numero di bambini positivi sotto controllo: 0,5% su un totale di 8 milioni. Che vi siano aumenti è possibile e stiamo lavorando tenendo conto di questa possibilità, ma la scuola resta il posto più controllato, sui cui abbiamo la massima di attenzione”. Bianchi ha quindi aggiunto: “Per tre settimane i nostri bambini e i ragazzi sono fuori dalle scuole, per questo abbiamo investito insieme con il generale Figliuolo per potenziare il tracciamento ed essere sicuri al ritorno”.